Pubblicato il 22/01/2019 su facebook: vai al post per ulteriori commenti
Non ci sono alternative. Ripeto: "Non ci sono alternative"... al cambiare aspettative ed orizzonti temporali negli investimenti.
Oggi chiacchieravo con un collega sul fatto che negli investimenti "perfetto è nemico del bene", come ha detto Bogle. Si discuteva sulla costruzione centellinata del portafoglio modello: se fosse meglio diversificare col Private Equity e/o i Reits per aumentare i contrappesi nell'equal risk contribution...
Gli ho ricordato come il nostro vero problema sarà, perchè lo sarà, rimanere ANNI in drawdown (perchè statisticamente è logico succeda) con i livelli di rischio dei portafogli che siamo costretti, oggi, ad impostare per ottenere un rendimento atteso che sia coerente con le attese del Cliente medio.
Cliente medio che ha ancora nella testa l'obbligazionario pressochè garantito al 4-5% annuo perenne.
Con i tassi ai livelli attuali è "normale" avere almeno il 25/30% di asset rischiosi nei portafogli pianificati. Ben bilanciati e de-correlati quanto vogliamo... ma tutti i portafogli automatici, di cui spesso parlo, che hanno sempre restituito ottimi risultati a 10/15 anni rolling, nei back -test passati sono stati, comunque, in perdita per periodi, negli ultimi 50 anni, almeno di 5/7 anni.
5/7 anni in perdita? In attesa del "recovery.period"? Ma se dopo il 2018 con qualche punto di perdita c'è difficoltà ad argomentare di volatilità con i Clienti...
Ma questi sono gli investimenti. Solo che questi non sono clienti "americani", sono italiani!
Profilatura? Tolleranza alle perdite? Ne avremo da discutere... perchè, ripeto, non ci sono alternative. Ma nemmeno maghi.
https://awealthofcommonsense.com/.../the-long-term-in.../
